10 Mar Giornata Mondiale del Rene
Oggi 10 marzo è il momento per chiederti: “Stanno bene i tuoi reni?”. Questo lo slogan della Giornata Mondiale del Rene 2016 (World Kidney Day – WKD). Una domanda accompagnata da un gesto come bere e condividere un bicchiere d’acqua, può servire a ricordarci che i reni sono organi vitali e che dobbiamo averne cura. Quest’anno l’iniziativa si accompagna alla divulgazione di un decalogo dell’informazione per la prevenzione delle malattie renali. Tra i punti principali: ribadire l’importanza fondamentale dei reni e della loro salute per il nostro benessere, e sensibilizzare l’opinione pubblica su un insieme di patologie in continuo aumento e che possono condurre, se non prevenute, al ricorso alla dialisi e al trapianto, due pratiche cliniche per sopperire alla carente funzionalità dei reni. Difatti le patologie renali danno una sintomatologia molto tardiva, e quando si manifestano, la funzionalità renale il più delle volte è già severamente compromessa. Ricordiamo che il semplice controllo della pressione, l’esame delle urine e il dosaggio della creatinina nel sangue sono il primo passo per diagnosticare una malattia del rene. La diagnosi precoce è sempre utile per prevenirne l’evoluzione e le complicanze. La malattia renale cronica (MRC) è definita come condizione clinica, che perdura da almeno 3 mesi, in cui si osserva la perdita progressiva e completa della funzione renale e/o complicanze derivanti dalla sua ridotta funzionalità. Se non trattata in tempo può portare all’insufficienza renale cronica (IRC), ossia dalla perdita progressiva e irreversibile della funzione renale, con interventi invasivi prima citati come la dialisi e il trapianto. Per capire cosa comporta avere un’attività renale alterata, dobbiamo prima conoscere cosa fanno i nostri reni. La funzione più importante è quella di regolazione della quantità di acqua ed elettroliti contenuti nell’organismo; poi mantengono il giusto ph del sangue; eliminano urea, creatinina, acido urico, prodotte con il metabolismo delle proteine oppure farmaci e altre sostanze tossiche introdotte dall’esterno; producono ormoni come renina (che regola la pressione arteriosa), eritropoietina (che stimola la produzione dei globuli rossi e prostaglandine); sono la sede dell’attivazione della vitamina D. I reni funzionano come un filtro del sangue, grazie alla presenza dei glomeruli renali, piccoli gomitoli di capillari, che lasciano passare la varie sostanze a varie velocità, a seconda delle dimensioni o di altre caratteristiche. Il risultato del processo di filtrazione è la formazione di pre-urina (circa 130-180 litri al giorno) di cui la composizione viene modificata grazie a processi di riassorbimento e secrezione. In particolare, l’acqua presente viene riassorbita per il 99% circa: ecco perché il volume dell’urina prodotta in un giorno è nell’ordine di soli 1-2 litri. Il prodotto finale di questi processi è rappresentato dall’urina. Conoscere quali sono i macro e i micro nutrienti che impegnano i reni nei passaggi di filtrazione, ha permesso di elaborare alcune raccomandazioni dietetiche. L’acqua può proteggere il rene, ma non cura la malattia renale cronica, va associata ad una dieta con un contenuto controllato di proteine. Difatti per migliorare la funzionalità renale e/o ritardare la progressione della malattia renale, si consiglia di ridurre l’apporto di:
– proteine (per evitare un sovraccarico di scorie azotate che il rene non è più in grado di eliminare in maniera efficiente, prediligendo le alternative vegetali, tipo leguminose);
– sodio, potassio e fosforo (perché il rene fatica ad eliminare e si accumulano nel sangue, con aumentato rischio di creare aritmie cardiache e altre conseguenze pericolose sulla salute).
Acqua e funzioni
L’acqua è quindi un elemento fondamentale che protegge i nostri reni favorendo la depurazione dalle scorie, ma oltre a questo svolge numerose funzioni altrettanto indispensabili per la salute. Prima di tutto precisiamo come la presenza di acqua nel corpo umano sia superiore al 50 % (in media per il 60% di acqua, percentuale che varia con l’età). Il tessuto in cui l’acqua è più abbondante è il nostro cervello (85%), seguito dal sangue (80%), dai muscoli (75%), dalla pelle (70%), dal tessuto connettivo (60%) e dalle ossa (30%). La quantità di acqua totale, total water body, è suddivisa in compartimenti intracellulari (60% dell’acqua totale) ed extracellulari (34% dell’acqua totale), suddivisi a loro volta in spazi interstiziali ed extravascolari come linfa, plasma. Il passaggio da un settore all’altro dipende dalla concentrazione di sostanze che richiamano o meno l’acqua. La vita senza acqua risulta impossibile e la quantità di acqua prodotta con il metabolismo non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero, quindi siamo costretti a introdurla solo con le bevande e gli alimenti. Tra le principali funzioni ricordiamo che l’acqua: permette il trasporto dei nutrienti; ha potere detossinante; regola la temperatura corporea; favorisce i processi digestivi; regola l’equilibrio idrico; è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite oralmente, inclusi i farmaci. Ricordiamo, come indicato nel paragrafo precedente, che la produzione di urina si aggira attorno ai 1-2 litri, ma la perdita di acqua giornaliera può superare i 3 litri. Questo perché esistono altri sistemi di eliminazione, in ordine di quantità, feci, sudorazione, respirazione (vapore acqueo) e perspiratio insensibilis (sudorazione cutanea). La somma delle entrate con le uscite, va sotto il nome di bilancio idrico, e dovrebbe essere sempre pari allo zero, sembra molto semplice tuttavia il rischio di bilancio negativo, cioè di perdere più liquidi di quanti se ne assuma, è molto alto e può colpire chiunque, bambini ed anziani sono le categorie più predisposte. Si può più frequentemente verificare in alcune situazioni, come l’esposizione ad un clima secco e ventilato, non necessariamente caldo; il freddo, per esempio, stimola l’eliminazione di acqua con le urine; esercizio intenso e prolungato; episodi ripetuti di vomito e diarrea abbondanti; febbre; forti emorragie ed ustioni. Ecco di seguito i sintomi più frequenti della disidratazione lieve o moderata: bocca secca e appiccicosa, sonnolenza o stanchezza, sete, scarsità di urina, assenza o scarsità di lacrime, pelle secca, mal di testa, costipazione, vertigini. Se vi riconoscete in una di tali condizioni, provate come prima cosa ad aumentare la quantità di acqua introdotta giornalmente, sia come bevanda che come alimenti. Frutta e verdura sono i cibi a più alto contenuto in acqua, oltre a queste consigliamo di bere abbondantemente (fino a 2 litri al giorno) a piccoli sorsi durante la giornata. Preferire un’acqua oligominerale, con pochi Sali minerali disciolti. Se non si riesce a bere acqua semplice si può ricorrere a tisane, infusi non dolcificati. In caso di emergenza, per reintegrare acqua e Sali minerali, se non avete a disposizione una soluzione reidratante già pronta, potete prepararla direttamente voi con mezzo cucchiaino di sale, sei cucchiaini rasi di zucchero, un litro di acqua potabile (ottima anche per il reintegro durante e dopo un’attività fisica intensa). Buona idratazione a tutti!