Disagio psicosomatico

Disagio psicosomatico

Secondo alcune scuole di pensiero lo svilupparsi del disagio psicosomatico è da imputare a conflitti ideo-affettivi profondi, a volte di natura molto remota. La malattia, dunque, non sarebbe altro che la “somatizzazione” di conflitti non risolti. Essa si sviluppa lentamente e si manifesta sotto la pressione di un evento-stimolo, quale una grossa frustrazione, un dolore affettivo, oppure come frutto delle pressioni dell’ambiente in cui l’individuo vive.
L’espressione del sintomo, sarebbe dovuta, secondo alcuni ricercatori, al meccanismo della regressione a forme di espressione tipiche di fasi precoci dello sviluppo. Infatti il bambino in età preverbale manifesta le sue emozioni esclusivamente attraverso il corpo: il bambino affamato piange, quello gratificato e appagato sorride. Nella fase evolutiva successiva, quella verbale, il bambino impara ad “esprimere” le sue emozioni. Così, mentre la “somatizzazione” riproporrebbe l’espressione del primo stadio evolutivo infantile (preverbale, quella in cui l’ansia si esprime a livello somatico), la nevrosi invece riproporrebbe l’espressione più avanzata del secondo stadio (verbale). Nella persona che somatizza, ansia, sofferenza, emozioni particolarmente forti o dolorose, trovano una via di scarico immediata nel corpo (il disturbo), ed alterano la postura, per poter essere espresse.


Affinché si verifichi una “somatizzazione”, è determinante l’ambiente in cui l’individuo vive: ambienti ansiogeni, aggressivi, competitivi o repressivi, sottopongono l’individuo ad uno stress continuo, determinando l’humus patologico che nutre la problematica psicologica personale sino a farla esplodere nella “somatizzazione”. La somatizzazione si struttura sostanzialmente in quattro fasi:
– disagio psicologico
– blocco funzionale
– alterazione cellulare
– lesione anatomica.


Nella “somatizzazione” il sintomo può a volte manifestare in forma simbolica il tipo di disturbo che esprime; ad esempio l’astenia può simboleggiare il dispendio di energie ad opera di un conflitto che lascia poche forze all’individuo; il vomito può indicare il rifiuto di una situazione inaccettabile; il prurito può rappresentare una forma di autoaggressività dovuta a sensi di colpa, ecc.